I ruderi di un castello bellissimo, completamente diroccato. Il dovere più ovvio: conservare e restaurare. Il dovere meno ovvio: dare un ruolo ai ruderi ed un senso al loro recupero. Risorse economiche limitate.
Il compito principale del progetto è stato quello di risolvere queste apparenti contraddizioni distribuendo le risorse a disposizione per raggiungere un duplice obiettivo: conservare e restaurare le emergenze architettoniche esistenti -la torretta e lo sperone merlato- e reintrodurre il castello nell’offerta turistica della valle e nella vita della comunità locale.
A valle dell’iter conoscitivo “tradizionale” (rilievo e analisi dei manufatti) si è quindi provato a cambiare chiave interpretativa e ad analizzare il castello da altri punti di vista, forse meno scientifici, ma certo più aderenti alla reale natura fruitiva e percettiva di ogni visita ai monumenti.
Il Castello di Segonzano dal punto di vista percettivo è il suo percorso di visita, la sequenza delle prospettive e visuali che ci propone, gli spazi aperti appena limitati dallo sperone e dalla torretta.
Il progetto accetta ed elabora questa strana natura del castello come percorso narrativo che inanella una serie di spazi aperti, ora dominati dallo sperone e dalla torretta, ora affacciati sulla valle o sul torrente Avisio, ora all’ombra degli alberi.
Viene realizzata un area spettacoli in corrispondenza dello sperone merlato: un tavolato in legno coperto da tende rosse e blu (i colori dello stemma comunale) che si chiudono avvolgendosi quando non utilizzate liberando completamente la vista sull’interno dello sperone.
I percorsi sfruttano la grande disponibilità del porfido locale utilizzandone i sottoprodotti: come inerte nel cls architettonico per il percorso di visita; come riempimento dei gabbioni in acciaio nella definizione dei parapetti intervallati da luci, bordo materico di dimensioni “medioevali”, ma mimetico solo da lontano.
Infine arrivati allo spiazzo della torretta una lunga panca/parapetto poligonale in larice lamellare definisce una seconda area per manifestazioni e lascia godere la vista del precipizio sul torrente Avisio sottostante.
Il progetto ha ottenuto il premio “Architettura Orizzontale” promosso da ESP Ente sviluppo Porfido Trentino ed è stato segnalato al premio CITRAC per l’architettura contemporanea.