Aquileia era una delle principali città dell’Impero Romano ed oggi uno dei più importanti siti archeologici italiani.
Il tema del concorso-appalto era la trasformazione di un ex filatoio in centro museale, mantenendo quasi integralmente la struttura in cemento armato di un progetto iniziale abbandonato quando la forma dell’edificio era ormai definita, per una superficie complessiva di 2000 mq.
L’idea guida è che lo spazio museale si articoli tanto all’interno che all’esterno dell’edificio.
Il progetto accetta e mantiene a livello territoriale il segno chiaro della sagoma già costruita di tipo basilicale, ma ne articola la volumetria in tre differenti corpi, caratterizzati da differenti materiali e collegati tra loro dal sistema di percorsi museali/percettivi interni ed esterni.
Quello lungo la statale, più chiuso per proteggere dal traffico è in mattoni; quello centrale sbalza in avanti e si affaccia sullo scavo principale –il Macellum- tramite una grande vetrata; quello verso i campi, segnato da grandi aperture verticali, sfrutta la scala di emergenza per inventare un percorso “en plein air” che alza gradualmente il visitatore sull’orizzonte fino a condurlo ad un piccolo belvedere dal quale ammirare la città e le sue emergenze archeologiche
All’interno i diversi livelli si articolano su un vuoto centrale percorso dalla scala principale, per consentire anche all’interno una vista dall’alto sugli scavi, mentre gli spazi espositivi veri e propri sono distribuiti lungo il perimetro dell’edificio, in maniera tale che il percorso alterni idealmente gli scavi alle parti espositive e didattiche.