La sequenza dei porticati e delle logge degli edifici esistenti - edificati tra il XIII ed il XIX secolo- determina, nel progetto, la scansione dei ritmi del piazzale a giardino pubblico e delle strutture dei nuovi edifici: percorso coperto, aule didattiche, aula magna.
L’ex padiglione 18 diventa il fulcro del nuovo sistema aule e sala convegni, e al tempo stesso, con l’eliminazione della cancellata, piazza aperta e ingresso monumentale per gli usi pubblici del complesso, assumendo così un ruolo urbano di rappresentanza verso la città.
Il progetto sceglie la strada del confronto di dimensioni, materia e linguaggio tra i volumi del vecchio complesso e le nuove strutture: pietra, intonaco e vetro sono le principali finiture.
La linea immaginaria che determina il percorso coperto si deforma nel perimetro delle nuove aule, si giustappone alla facciata esistente del padiglione 18, si interrompe, ricompare all’interno dell’aula magna e si conclude nella nuova recinzione; in particolare, il volume delle nuove aule, si accosta all’esistente senza che si determini una fusione, una stretta connessione con l’edificio storico, senza che essi subiscano modificazioni morfologiche e senza che tra di loro si stabilisca una subordinazione.
All’interno dell’aula magna passa la linea orizzontale, legame concettuale con l’edificio esistente e la nuova manica, elemento strutturale e funzionale di divisione tra la sala ed il foyer.